(Paragrafi 1, 3-7, 14, 70, 71, 104-106, 224, 228, 229 dell’”Organon, dell’arte del guarire”)
§ 1 Scopo principale ed unico del medico
Scopo principale ed unico del medico è di rendere sani i malati. E non di congetturare sull’intima essenza dei processi vitali e sull’origine delle malattie, con termini inintelligibili con frasi ampollose ed astratte – tutto per sbalordire gli ignoranti, mentre il mondo dei malati gemente chiede invano aiuto.
§§ 3-5, 70, 71 Cosa deve conoscere il medico
Il medico per essere un vero terapeuta deve riconoscere la malattia, cioè capire che cosa si deve guarire nei singoli casi di malattia, deve conoscere il potere di ogni singolo medicamento e scegliere il medicamento più opportuno e corrispondente al caso di malattia per la sua modalità d’azione, scegliere la dose corretta e la modalità di ripetizione; infine il medico deve conoscere e rimuovere gli elementi che possano ostacolare la guarigione.
Il medico è anche un igienista perché conosce le cause che disturbano la salute.
Il medico deve tener conto della costituzione fisica del malato, del suo carattere emotivo e psichico, il suo lavoro, quali siano le sue abitudini di vita, condizioni sociali e familiari, l’età e le funzioni sessuali.
§§ 6, 7, 14, 82 L’osservatore imparziale
L’osservatore imparziale coglie le deviazioni dallo stato sano, preesistente nell’individuo ora malato, deviazioni avvertite dal malato stesso, notate dai conviventi e constatate dal medico. Il reperto dei segni, presentati dal malato e percepiti coi sensi, costituiscono la malattia stessa. Soltanto i sintomi nella loro totalità danno il quadro riflettente l’intima essenza della malattia
Il medico intelligente deve dapprima allontanare la causa occasionale: in tal caso il male sparisce di solito da sé.
La malattia nell’interno dell’organismo si da a riconoscere per mezzo di segni (sintomi) al medico che attentamente osserva.
L’esame individualizzato di ogni caso di malattia richiede al medico assenza di preconcetti, sensi sani, osservazione attenta e fedeltà di riproduzione del quadro morboso.
§§ 104-106 Cosa deve fare il medico
Prima di tutto il medico deve diligentemente raccogliere per iscritto la totalità dei sintomi preminenti e caratteristici della malattia, cioè delinearne il quadro. Il secondo dovere del medico riguarda la scelta della medicina che, col suo complesso sintomatologico, possa costituire una malattia artificiale più simile possibile al quadro della malattia naturale da guarire. È necessario che sia conosciuta ogni azione patogenetica delle singole medicine.
Nelle malattie mentali, originate da male fisico del corpo, che sono da curare unicamente con medicamento omeopatico, si deve anche istituire un regime spirituale; i parenti dell’ammalato e il medico devono tenere di fronte al paziente un’adatta condotta psichica. Al furioso si deve opporre tranquillità, sangue freddo e ferma volontà; al timido e al piagnucoloso, che si lagna penosamente, un muto compatimento espresso sia col viso che con i gesti; alle ciarle dell’insensato un silenzio non del tutto privo di attenzione; ad un contegno schifoso e raccapricciante assoluta noncuranza. Se un malato danneggia, distrugge oggetti, non lo si rimproveri; si cerchi di prevenire queste azioni e si eviti qualsiasi castigo e punizione corporea.
L’unico caso, in cui la violenza potrebbe essere giustificata, sarebbe la somministrazione forzosa di medicine. Ma facendo la cura omeopatica non c’è bisogno di ricorrere alla violenza, per far prendere i medicamenti, poiché questi non hanno nessun sapore e possono venire somministrati al malato con le vivande, a sua insaputa.
D’altra parte contraddire simili malati, usare con loro accondiscendenza troppo spinta, rimproveri violenti, bestemmie, mostrare debolezza e timore sono tutte cose fuori posto e costituiscono mezzi curativi dannosi.
Ma più di tutto determinano peggioramento della malattia lo scherno, la derisione, l’inganno, quando siano avvertiti dai malati. I medici e gli infermieri devono sempre fingere di credere che i malati abbiano la ragione.